Può capitare nel corso degli anni di trovarsi di fronte a situazioni difficili, a momenti di criticità dovuti a problemi sopraggiunti all’improvviso o sottovalutati e di essere sommersi da spese inaspettate. Non avendo a disposizione i soldi per pagare eventuali rate o mutui o prestiti ecco che, non pagando le rate, si diventa cattivi pagatori.
La domanda che spesso viene posta a questo riguardo è: come ottenere prestiti in 24 ore per cattivi pagatori? Cerchiamo le migliori soluzioni.
Prestiti in 24 ore per cattivi pagatori: facciamo chiarezza
I dati emessi dal SIC – Sistemi di informazione creditizia ci dicono che sono circa 16.000.000 i cattivi pagatori in questo momento in Italia, a fronte di 17.139.500 mutui e prestiti.
Questi dati sono impressionanti e ci fanno capire la criticità del momento che stiamo vivendo. Lo stato di Pandemia ha aggravato una situazione già compromessa e le banche si sono trovate a dover sospendere per alcuni mesi le rate dei mutui di tante persone in difficoltà, come previsto dalle misure del governo post-pandemia.
Con un certo dialogo con la propria banca si può avere, quindi, un dato tempo concordato per pagare senza segnalazioni ma poi, se questo non avviene, si rientra nel registro dei cattivi pagatori.
Serviranno dei mesi per la cancellazione dal registro anche se poi dopo alcune rate scadute potremo pagare. Più grave è invece il protesto: questo avviene nel caso in cui si emettano dei titoli, come le cambiali o un assegno, e non vengano pagati. Ci vorrà una procedura apposita per cancellarlo e ritornare ad essere in grado di avere di nuovo il credito.
Essere confinati nel registro dei cattivi pagatori fa sentire smarriti e umiliati, non poter pagare le rate ferisce l’orgoglio e accresce la preoccupazione del domani. Non è più possibile avere accesso al credito o, almeno, diventa molto più difficile.
Cosa fare nel caso che si abbia bisogno di liquidità e non si possa avere un prestito dalla banca?
Prestiti per cattivi pagatori: la cessione del quinto
Se abbiamo un lavoro presso un’azienda con più di 15 dipendenti si può ottenere la cessione del quinto. Come dice la parola, il prestito viene pagato nella misura di un quinto dello stipendio direttamente dal datore di lavoro e deve essere rimborsato in un tempo massimo di 10 anni.
Non richiede particolari garanzie se non un’assicurazione a rischio vita e una assicurazione a rischio impiego. C’è poi la possibilità di poter estinguere il prestito anticipatamente trascorsi i primi 2 anni pagando una piccola penale sulla somma da restituire pari o non superiore all’uno per cento. Così funziona anche per i prestiti per pensionati.
Il prestito Cambializzato
Chi, invece, ha un lavoro a tempo determinato presso una piccola azienda, può sottoscrivere i cosiddetti Prestiti Cambializzati dove la garanzia maggiore è rappresentata, appunto, dalle cambiali.
Tutti possono accedere a questo tipo di prestito, anche i cattivi pagatori, i protestati o chi ha perso il lavoro non per causa sua; di solito, però, non vengono erogate grosse somme.
Il Prestito Cambializzato è utile in quei casi in cui si abbia bisogno di una somma ma non si abbia diritto al credito in altro modo. Anche in questo caso si potrà restituire il credito con delle rate stabilite al momento dell’erogazione del denaro contante.
Nel caso in cui non vengano pagate delle rate, la finanziaria potrà richiedere il pignoramento di beni per recuperare la cifra erogata. In passato, la casa di residenza non era pignorabile e quindi, chi non aveva altri beni o possedimenti, non rischiava granché non saldando i debiti. Questo almeno fino al 2013 quando, con il governo Letta, venne varato il Decreto del Fare che fra i suoi 80 punti conteneva nuove indicazioni riguardo alla pignorabilità della casa di residenza. La banca, oggi, se trova diverse rate del mutuo non pagate, può pignorare la casa di residenza e venderla all’asta, se la somma da restituire supera i 120.000 euro. Sono 77.656 gli immobili andati all’asta nei primi 6 mesi del 2022.
Richiesta del TFR accantonato in azienda
Un ulteriore sistema per avere una determinata somma di denaro, è quello di richiedere al datore di lavoro l’anticipo sul TFR presente in azienda.
Ci sono però dei requisiti soggettivi per cui è possibile richiederlo: innanzitutto bisogna che siano passati almeno 8 anni dal momento dell’assunzione e la somma massima che si può ottenere è il 70% del TFR maturato e accantonato dal datore di lavoro, richiedibile solo se giustificato da specifici eventi.
Negli ultimi anni le famiglie si sono trovate sempre in maggiore sofferenza, per la perdita del lavoro o per i disagi che la Pandemia ha creato soprattutto a chi aveva una attività in proprio e si è visto raddoppiare i costi nonostante la scarsità di lavoro.
Allora si fa sempre più allettante l’idea di prendere in considerazione tutta la pubblicità che viene fatta sui prestiti agevolati a tutti, pensionati, cattivi pagatori o per bisogno di liquidità immediata. Ci parlano di prestiti in 24 ore senza documentazione. C’è veramente da stare attenti alle truffe che si nascondono sotto. Interessi altissimi, spesso richieste di denaro per le spese della pratica, richieste che si ripetono e sempre più alte.
La speranza di risolvere i problemi ci porta a credere o meglio a sperare di risolverli così, quindi massima attenzione alla trasparenza e fidarsi solo di Finanziarie con requisiti sicuri, come Agos, Compass, Findomestic, Sella Personal Credit o Cofidis, solo per citarne alcune.
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