Il microcredito è una forma di finanziamento destinata a chi non può avere accesso ai canali tradizionali di accesso al credito “classico”.
Per microcredito si intende un “credito di piccolo ammontare finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte a spese d’emergenza, nei confronti di soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico, che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale”.
In questo articolo vi spieghiamo in dettaglio cosa si intende per microcredito e le sue origini. Passeremo poi ad analizzare come è stato possibile che un sistema di finanziamento nato in uno dei paesi più poveri al mondo venga applicato anche nel ricco mondo occidentale. Concluderemo il nostro articolo illustrandovi la via italiana al microcredito.
Origini e storia
La sua invenzione si deve all’economista bengalese Mohammad Yunus che, per questa ragione, è stato insignito del premio Nobel per la pace nel 2006.
L’origine del microcredito moderno risale agli anni 70 quando il Bangladesh viene colpito da un forte tifone. Il paese viene devastato da quest’evento climatico catastrofico che va ad aggravare ulteriormente la già precaria condizione economica.
Oltre alle numerose perdite di vite umane, alla distruzione di interi villaggi il tifone determinò anche una forte carestia che causò la morte di centinaia di migliaia di persone.
Yunus, forte della sua formazione economica iniziata con la Laurea in Economia all’Università di Chittagong (Bangladesh) e approfondita con il Dottorato di Ricerca in Economia presso l’Università Vanderbilt di Nashville in Tennessee negli Stati Uniti, decise che era arrivato il momento di fare qualcosa per il suo Paese.
Iniziò il percorso che lo porterà all’ideazione del microcredito attraverso l’osservazione e l’analisi delle condizioni in cui vivevano i suoi concittadini più poveri.
Si rese presto conto che la povertà in cui versava la maggioranza della popolazione non era dovuta a condizioni ascritte (pigrizia, ignoranza e poca capacità imprenditoriale) ma a delle condizioni fattuali, prima fra tutte la difficoltà di accedere alle forme di finanziamento offerte dalle istituzioni finanziarie tradizionali.
Il problema era quindi l’accesso al credito: ecco svelata la ragione che teneva i suoi concittadini in una condizione di povertà.
Decise quindi di iniziare il suo progetto rivoluzionario concedendo la somma irrisoria di 27 dollari ad un gruppo di donne che producevano manufatti in bambù.
Prima del prestito di Yunus erano costrette a vendere i loro prodotti a coloro che gli fornivano la materia prima per produrli, vedendosi negata, in questo modo, ogni possibilità di reale guadagno.
Grazie ai 27 dollari americani prestati loro da Yunus le donne furono in grado di uscire da questo circolo vizioso e a “mettersi in proprio” come diremmo oggi. L’esperimento aveva funzionato e da allora il microcredito è stato esportato in tutto il mondo.
La Banca Mondiale ha iniziato ad avviare progetti simili e oggi questo sistema di finanziamento è considerato uno degli strumenti più efficienti per promuovere lo sviluppo economico e sociale dei paesi in via di sviluppo.
Il microcredito in Occidente
Abbiamo visto nel paragrafo precedente come la nascita del microcredito avvenga in Bangladesh, uno dei paesi più arretrati dal punto di vista economico del mondo.
Ma come è possibile che uno strumento nato in un tale contesto sia applicabile anche nel ricco Occidente capitalistico?
I programmi di microcredito propongono soluzioni di accesso al credito diverse da quelle offerte dai sistemi finanziari tradizionali. Si tratta, infatti, di forme di finanziamento caratterizzate dal fatto che i beneficiari non devono fornire in garanzia capitali, ma presentare dei progetti che siano validi e affidabili.
Il microcredito in Italia
I diversi progetti di microcredito presenti nel nostro Paese sono attivati sotto l’egida dell’Ente Nazionale per il Microcredito, una branca del Ministero dell’Economia.
L’Ente Nazionale per il Microcredito è un ente pubblico non economico che esercita importanti funzioni in materia di microcredito e microfinanza, a livello nazionale ed internazionale.
In particolare:
- promozione, indirizzo, agevolazione, valutazione e monitoraggio degli strumenti microfinanziari promossi dall’Unione Europea e delle attività microfinanziarie realizzate a valere sui fondi comunitari;
- monitoraggio e valutazione delle iniziative italiane di microcredito e microfinanza;
- promozione e sostegno dei programmi di microcredito e microfinanza destinati allo sviluppo economico e sociale del Paese, nonché ai Paesi in via di sviluppo e alle economie in transizione.
Sono diversi i progetti finanziati dall’Ente Nazionale per il Microcredito nel nostro Paese. Nel 2018, per dare un po’ di numeri, le richieste finanziate sono state 1368 per un totale di 31 milioni di euro.
I requisiti per accedere
Accedere al microcredito è più semplice rispetto ad altre forme di finanziamento principalmente perché non sono necessarie garanzie ma bisogna avere un’idea di impresa che sia valida e promettente.
Può accedere al microcredito:
- Chiunque, senza limiti di età, voglia avviare un’attività imprenditoriale;
- I professionisti iscritti ad albi o ordini professionali;
- Le imprese individuali che abbiano almeno 5 anni di “vita” e con massimo 5 dipendenti;
- Le Società di persone, SRL, SRLS costituite da meno di 5 anni ma con almeno 10 dipendenti.
In conclusione, ci teniamo a sottolineare che il microcredito non viene erogato dallo stato ma dalle banche, con lo stato (attraverso l’Ente Nazionale per il Microcredito) che funge da garante.
Per ottenere quindi questo tipo di finanziamento l’iter da seguire è il seguente:
- il primo step è quello di recarsi in una delle banche convenzionate con l’Ente Nazionale per il Microcredito e presentare la vostra richiesta.
- un tutor di microcredito vi assisterà gratuitamente, aiutandovi innanzitutto a capire se la vostra idea imprenditoriale sia realizzabile. Successivamente lo stesso tutor sarà il vostro punto di riferimento per la redazione dell’idea imprenditoriale e per chiarire eventuali dubbi.
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