La tanto sognata indipendenza e stabilità economica, nella nostra società moderna e indaffarata, viene raggiunta in età sempre più avanzata. Vuoi per i tanti anni di studio, vuoi per gli apprendistati e i tirocini, le statistiche ci dicono che l’età media di richiesta di mutui si è alzata rispetto al passato. Ecco perché un argomento che suscita un crescente interesse riguarda l’estinzione di un finanziamento per decesso. In pratica, chi paga il debito se la persona interessata dovesse morire?
Vediamo nel dettaglio come è possibile tutelarsi e tutelare le persone che ci stanno a cuore, in caso di richiesta di un prestito, senza incorrere in brutte sorprese.
Estinzione finanziamento per decesso: cosa dice la legge
Per capire quali azioni è meglio intraprendere quando andiamo a richiedere un prestito o un mutuo (e questo vale anche per i giovanissimi, in ogni caso) è bene addentrarci nelle norme del diritto di successione per analizzare, secondo la legge, cosa succede a un finanziamento in caso di morte.
In generale, i debiti contratti da un soggetto si trasferiscono agli eredi in caso di decesso dello stesso. In particolare, ogni erede prende la propria parte di patrimonio attivo, ma anche di quello passivo, in proporzione alla quota di eredità che gli spetta, sia che il defunto avesse lasciato il testamento, sia che non lo avesse redatto.
L’unico modo per non dover pagare la propria parte di debito è rinunciare all’eredità. In quel caso il debito, ma anche il credito, sarà spartito fra gli altri eredi.
E se uno degli eredi non dovesse pagare la propria parte? Nessun problema in questo caso, la quota ereditata non è a responsabilità solidale, ovvero non si trasferisce sugli altri. Il creditore può rifarsi solo sulla persona che ha ereditato il debito, e solo per la parte a lui spettante.
La tutela di una copertura assicurativa sul prestito
La soluzione ottimale per chiunque abbia bisogno di richiedere un prestito e non voglia correre il rischio di lasciare debiti a figli o nipoti, è quella di stipulare, al momento della richiesta di finanziamento, una copertura assicurativa che copra proprio l’eventualità di decesso. Si tratta di una polizza definita temporanea caso morte.
L’assicurazione, in caso di morte del soggetto richiedente, verserebbe un premio che andrebbe a coprire l’importo restante da pagare alla banca o alla finanziaria, estinguendo il debito e liberando gli eredi da ogni obbligo.
Queste polizze oggi vengono fortemente consigliate quando si richiede un prestito. È, però, molto importante valutare bene le clausole e la copertura concessa, per evitare di ritrovarsi problemi al momento di richiesta del premio.
E se la copertura assicurativa a copertura del credito in caso di morte non è stata stipulata? Vediamo se, e come possono tutelarsi gli eredi, per non ritrovarsi con un debito sulle spalle.
Quali debiti deve pagare un erede?
Gli eredi sono tenuti a pagare tutti i debiti ereditati da un defunto, in base alla proporzione di eredità ricevuta, ad esclusione delle sanzioni amministrative, fiscali e penali. Quindi, sono escluse le multe ed eventuali sanzioni incluse nelle cartelle esattoriali o tributarie, che dovranno essere pertanto scorporate, pagando di fatto la sola parte relativa alle imposte.
Finanziamenti, mutui e prestiti concessi in vita al defunto, e non ancora rimborsati, dovranno pertanto essere pagati dagli eredi.
Com’è possibile non pagare un finanziamento?
Come già anticipato, per non pagare un finanziamento lasciato insoluto per morte, è necessario che gli eredi rinuncino all’eredità. Ogni persona, dunque, dovrà fare un attento esame del patrimonio attivo e di quello passivo, per capire e valutare se sia più conveniente estinguere la propria parte di finanziamento e godere dell’eredità, o rinunciare a tutto.
Il passaggio del debito dal defunto agli eredi, infatti, avviene solo dopo che questi abbiano accettato l’eredità.
In generale, ci sono 10 anni per decidere se accettare o meno l’eredità di un defunto. Ciò non vale, però, per gli eredi che stiano già godendo dei beni della persona scomparsa (un figlio che vive nella stessa casa, ad esempio). In questo caso, ci sono soli tre mesi di tempo per stilare un inventario dei beni e dei debiti, e quaranta giorni per comunicare la propria decisione.
La prescrizione di prestiti e finanziamenti
Un finanziamento, è bene tenerlo a mente, va in prescrizione se trascorrono più di dieci anni dal pagamento di una rata e se, nel frattempo, non sono mai state inviate dalla banca o dalla finanziaria lettere di sollecito al defunto in vita o agli eredi.
È una possibilità molto remota, certo. Prima di pagare, in ogni caso, è importante valutare bene ogni elemento e farsi seguire da un consulente esperto nell’estinzione dei finanziamenti per decesso, che potrà consigliare e supportare ogni erede nella sua scelta.
Lascia un commento