Ci sono mestieri che non passano mai di moda. Quello del panettiere, soprattutto in Italia, è uno di questi. Chi è conquistato dal profumo del pane caldo, dalla fragranza della nostra tradizione culinaria, potrebbe avere la voglia di scoprire come trovare finanziamenti a fondo perduto per aprire un panificio.
Un sogno da realizzare e un mestiere che può regalare grandi soddisfazioni, e anche discreti guadagni, se fatto con determinazione e competenza. Vediamo come trovare i giusti fondi e contributi da sfruttare per avviare un panificio e quali sono gli iter burocratici da seguire per il successo del progetto.
Contributi e agevolazioni per l’apertura di un panificio
Prima di pensare ai finanziamenti per l’apertura di un panificio, è bene conoscere l’iter burocratico che è necessario svolgere per fare tutto a norma di legge, senza perdite di tempo e senza rischiare sanzioni e penali. Per svolgere la professione di panettiere è obbligatorio conseguire una qualifica professionale.
Per trovare il corso più idoneo, ci possiamo rivolgere agli enti preposti, che monitorano le offerte, spesso rilanciate da province e regioni, per dare la possibilità ai giovani (e non solo) di ottenere la qualifica di panettiere.
In realtà, il titolare del negozio non deve per forza essere un panettiere abilitato ma, in questo caso, dovrà dotarsi di dipendenti qualificati a svolgere la professione: ciò comporterà un aumento delle spese perché dovranno essere previsti gli stipendi, i pagamenti dei contributi agli operai etc.
Chi lavora nel locale di produzione e vendita deve, inoltre, avere la certificazione Sab (Somministrazione di Alimenti e Bevande) e la certificazione Haccp, che disciplina l’igiene e la manipolazione degli alimenti destinati al consumo umano.
L’iter burocratico da seguire
Come per altre attività, anche per un panificio ci sono precise regola da seguire a livello burocratico. Serve, innanzitutto, l’apertura della partita Iva; il relativo codice Ateco per l’attività di panificazione è il 10.71.10. Una volta fatto questo si potrà iscriversi al Registro delle imprese provinciale, e inviare al proprio Comune la Scia di inizio attività.
Un buon commercialista saprà seguire tutti questi passaggi, andando poi ad effettuare l’iscrizione all’Inps per il pagamento dei contributi previdenziali. Per svolgere la professione bisogna, inoltre, rapportarsi con l’Asl di zona, per ricevere i relativi permessi sanitari.
Non è di certo una passeggiata ma, una volta portata a termine la parte burocratica, il sogno di aprire il proprio panificio è davvero a portata di mano.
Quanto costa aprire un panificio?
Un’altra domanda comune riguarda l’ammontare dell’investimento iniziale che è necessario sostenere per avviare un’attività di produzione e vendita di pane e prodotti correlati. Fare una stima precisa non è di certo facile: dipende da una serie di fattori da valutare per ogni specifico caso, come la necessità di affittare o acquistare un locale, la sua ubicazione, la grandezza dell’attività etc.
Un buon consulente saprà aiutare il soggetto interessato a prevedere e analizzare i costi, in modo da ottimizzare gli investimenti e trovare i fondi necessari per aprire senza troppi rischi, con una buona pianificazione anche degli anni futuri, così da poter ammortare le spese assicurando la buona resa dell’attività.
Un’alternativa alle attività più classiche è il franchising: il franchisor, una volta predisposto l’accordo, fornirà tutta l’attrezzatura, i macchinari e la formazione utili per un buon svolgimento della professione. Si tratta di un’opportunità da non sottovalutare, che può ridurre le spese iniziali e i rischi connessi.
Finanziamenti a fondo perduto per aprire un panificio: dove trovarli
Se non optiamo per il franchising, non si può negare che ci voglia un investimento abbastanza importante per avviare un panificio: è bene considerare di avere a disposizione fra le 70.000 e le 100.000 euro per essere sicuri di fare tutto a regola d’arte.
Perciò è molto importante sapere dove richiedere contributi, agevolazioni e finanziamenti a fondo perduto utilizzabili per aprire un panificio. Un ruolo fondamentale lo avrà il consulente scelto per assistere durante il compimento del progetto. Le possibilità di finanziamento e i bandi di contributo, anche a fondo perduto, sono infatti molteplici.
C’è prima di tutto da differenziare fra bandi regionali, statali e comunitari. Inoltre, ci possono essere soluzioni dedicate a particolari categorie, basti pensare ai fondi Impresa Donna o ai contributi per i giovani imprenditori.
Un’ulteriore opportunità è data dai prestiti per microimprese. In genere vengono previste agevolazioni particolari per le piccole-medie imprese, le più bisognose di credito e di finanziamenti agevolati. Lo stesso vale per le attività localizzate nelle aree svantaggiate e montane: sono prestiti utilissimi per combattere il calo demografico e rilanciare l’economia locale.
Da non dimenticare, infine, che anche le attività appena aperte (o addirittura ancora in fase di costituzione) possono richiedere un finanziamento o partecipare a bandi di contributi a fondo perduto. Esistono soluzioni e prestiti per le nuove partite iva, che richiedono determinate e stringenti garanzie, certo, ma che possono costituire la salvezza per tanti volenterosi nuovi imprenditori.
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